Diversamente i ragazzi di Reggio
Emilia, guidati dal maestro Lusetti,
hanno sviluppato un vero intuito artistico astratto. Ne voglio mettere
qui due esempi a confronto, a riprova della mia sottovalutazione dell'aspetto artistico.
In compenso noi romani abbiamo fatto ceramica, e in quel campo, con l'aiuto
dell'insegnante Rosanna Antonini Tavernese,
i ragazzi si sono lanciati anche in creazioni vicine all’arte.
(Due pagine dei reggiani: confronto con sugli
acquedotti pag. 8 e 9 classe quarta) In questo capitolo sul disegno voglio segnalare l'esperienza dei ragazzi della sezione B che, dovendo corrispondere con i gemellati reggiani, hanno trovato spontaneo non solo descriversi a parole, ma auto-presentarsi in disegno. Ci sono ben sei pagine nella prima “Letterona”, con questi disegni-ritratto, a volte vicendevoli a volte autonomi. Qui i disegni sono sorprendenti come le autobiografie che li accompagnano. Devo dire che quasi tutti i disegni, a loro modo, colgono di ogni alunno il tratto caratteristico, cioè sono sostanzialmente somiglianti al soggetto.
L'esperienza ha avuto poi un breve
seguito. All'arrivo dei reggiani a Roma il maestro Lusetti, che da pensionato
si fa onore come pittore, ha fatto
lezione di pittura ai ragazzi romani. Uno di loro racconta che ha insegnato
anche a fare i ritratti, partendo dal
profilo.