mercoledì 23 luglio 2014

Il disegno e la ceramica

Qualcuno ha criticato i disegni, che sono a volte spontanei, a volte ispirati da fotografie, ammirevoli per ricchezze di particolari, ma non artistici. Direi che sono di carattere grafico-descrittivo.
Diversamente i ragazzi di Reggio Emilia, guidati dal maestro Lusetti,  hanno sviluppato un vero intuito artistico astratto. Ne voglio mettere qui due esempi a confronto, a riprova della mia sottovalutazione dell'aspetto artistico. In compenso noi romani abbiamo fatto ceramica, e in quel campo, con l'aiuto dell'insegnante Rosanna Antonini Tavernese, i ragazzi si sono lanciati anche in creazioni vicine all’arte.





(Due pagine dei reggiani: confronto con sugli acquedotti pag. 8 e 9 classe quarta)

In questo capitolo sul disegno voglio segnalare l'esperienza dei ragazzi della sezione B che, dovendo corrispondere con i gemellati reggiani, hanno trovato spontaneo non solo descriversi a parole,  ma auto-presentarsi in disegno.  Ci sono ben sei pagine nella prima “Letterona”, con questi disegni-ritratto, a volte vicendevoli a volte autonomi.  Qui i disegni sono sorprendenti come le autobiografie che li accompagnano. Devo dire che quasi tutti i disegni, a loro modo, colgono di ogni alunno il tratto caratteristico, cioè  sono  sostanzialmente  somiglianti al soggetto. 






L'esperienza ha avuto poi un breve seguito. All'arrivo dei reggiani a Roma il maestro Lusetti, che da pensionato si  fa onore come pittore, ha fatto lezione di pittura ai ragazzi romani. Uno di loro racconta che ha insegnato anche a fare i ritratti, partendo dal profilo.


 Anche i ragazzi di Reggio Emilia sul loro giornalino hanno raccontato l'esperienza fatta a Roma.