sabato 9 agosto 2014

Giornalini scolastici e didattica dei beni culturali

I problemi della scuola  in Italia sono sempre in primo piano. Si dibatte su tutto, ma resta sempre in ombra il modo dell'insegnare, che è poi la strada concreta per raggiungere le finalità ideali di una scuola pubblica in un paese democratico.

Sembra utile mettere in rete una esperienza di otto anni, due gruppi di scuola primaria, in una realtà romana, quartiere Cinecittà Don Bosco.  I riferimenti metodologici  e ideali vanno a  Rodari, Don Milani, Bruno Ciari, Mario Lodi, Emma Castelnuovo, Lucio Lombardo  Radice.

Uno sguardo retrospettivo sul lavoro svolto dai ragazzi è possibile grazie alla continuativa realizzazione dei giornalini scolastici che ora è possibile mettere in rete.

Col primo gruppo-classe, sezione A, dalla prima elementare alla quinta, sono stati realizzati sei numeri del giornalino “Senza Paura”, per complessive 244 pagine. A questi vi si sono aggiunti due supplementi particolari. In terza classe un numero “ Favole”di 37 pagine e in quinta un supplemento di ricerche “Roma barocca” di 37 pagine.
(Mettere le copertine dei sei numeri di senza paura e dei due numeri dei fascicoli speciali)

Col secondo gruppo-classe, sezione B, dalla terza alla quinta elementare, sono realizzati due numeri del giornalino “Letterona” uno in terza di 34 pagine e uno in quinta di 60 pagine.
(mettere le due copertine di Letterona” III classe e V classe)
Con questo secondo gruppo di scolari, si è realizzato un gemellaggio con settimane di scambio tra Roma e Reggio Emilia, che ha stimolato ricerche e approfondimenti sui beni culturali delle due città, riportati in ben quattro fascicoli speciali, due in terza classe, uno in quarta e uno in quinta.   Il primo sul quartiere “In cerca di storia” di 12 pagine;  il secondo “Roma dalle origini all'impero” di 16 pagine. Il terzo fascicolo è di 38 pagine su “Roma nel Medio Evo”. Il quarto  è “Roma di ieri” di 33 pagine.





Dalle date e dalle caratteristiche estetiche  di questi giornalini scolastici se ne intuisce la tecnica di realizzazione, fatta di  originali ritagliati incollati e disegnati e alla fine fotocopiati. Quindi lavoro lungo e faticoso, reso possibile non solo dal coinvolgimento degli scolari, ma negli anni,  dalla collaborazione di mamme genitori e amici. Nel caso in oggetto, sono stati determinanti i familiari dell'insegnante e l'aiuto materiale del sindacato edili CGIL che ha consentito l'uso della fotocopiatrice  con  il lavoro volontario fuori orario di una impiegata amica.

Mezzi e tecniche oggi assolutamente superati. Addirittura  la fotocopiatrice  era ancora in bianco e nero. Oggi la digitalizzazione, diventata familiare anche ai ragazzi piccoli, può facilitare realizzazioni anche complesse, non solo scritte, ma illustrate,  registrate e  in sonoro.

Per rendere più agevole la consultazione del materiale, lo si è suddiviso in capitoli secondo temi di insegnamento, con  le necessarie note informative. 

Ciò che ha caratterizzato questa esperienza , è stata la didattica dei beni culturali. Infatti tutti i fascicoli speciali, escluso quello con le favole, sono il frutto di questo grande lavoro di ricerca e approfondimento. In totale sono 136 pagine, senza contare che anche nei giornalini  normali, lo studio e  le osservazioni sui beni culturali occupano moltissimo spazio : Museo Etrusco e Musei vaticani, foro Romano, il Campidoglio, gli acquedotti , le torri , castel Sant'Angelo, Canossa  e il romanico a Reggio Emilia,  Raffaello e Donatello a Firenze. Addirittura molte favole o scenette immaginarie si innestano e nascono dalla conoscenza  dei beni culturali.

Questa testimonianza didattica, susciterà sicuramente curiosità e interesse,  sia per il periodo in cui si è realizzata che per  la qualità di quei percorsi di ricerca. In particolare una didattica dei beni culturali sarebbe più che mai augurabile ora che il patrimonio  artistico archeologico  e naturalistico è sentito da tutti come bene comune.