mercoledì 23 luglio 2014

Arte e storia intorno a noi. Didattica dei beni culturali

Imparare a guardarsi attorno è imparare a vivere. A scuola, poi, è necessario un passo avanti, cioè guardare attorno non solo i segni del presente, ma anche le tracce del passato. E' stato facile nel mio caso, perché  avevo la fortuna di trovarmi in un territorio che di segni del passato ne ha a bizzeffe,  sotto gli occhi e  sotto i  piedi. Bastava una passeggiata tre isolati avanti per ammirare lo spettacolo degli  acquedotti romani, quasi a perdita d'occhio, e iniziare a leggervi la storia 



Altra grandissima fortuna ci è venuta dal Comune di Roma, dove era assessore  il mitico Renato Nicolini che, oltre a inventare l'Estate romana, aveva messo a disposizione delle scuole  gli operatori di didattica dei beni culturali, ciò  che mi ha fatto conoscere la meravigliosa Alberta Campitelli, mia grande aiutante nell'insegnamento della storia. Con lei, per quindici anni, i miei alunni hanno avuto Roma come un libro, per leggervi la vita, le opere, l'arte e i problemi di tutte le generazioni che ci hanno preceduto sotto questo cielo.



Si comincia naturalmente a guardare attorno a casa. Giochi intorno al palazzo, il giardino sotto casa mia, (pag 21 e 23, giornalino di seconda A, aprile 1978) poi si va in missione un po' oltre, al centro della città, ai musei in classe terza, l'Egizio, l'Etrusco e il Campidoglio



(Pag 20 e 22 del giornalino n. 5  terza A  maggio 1979).





Finalmente in quarta, si vanno a scoprire i tesori della storia sotto il nostro naso, con la guida della dottoressa Campitelli, muniti di registratore, oltre che di blocchetti di appunti individuali. Ne vien fuori una ricerca collettiva imbastita faticosamente in più tempi, ascoltando la registrazione e i ricordi di tutti, poi dettata, trascritta e illustrata alle pagine (8, 9, 10 e 11 del n.6, aprile 1980), ma più vivamente raccontata con testi spontanei da Giorgio, Marina, Sabrina, Stefano.