Molti educatori e teorici della didattica, - Gianni Rodari in testa – hanno messo l'accento sull'importanza di servirsi delle favole, non solo come letture interpretazioni o recitazione, ma soprattutto come invenzione, creazione, esercizio della fantasia.
Basta partire quasi per gioco per accorgersi della potenza di questo filone educativo.
Potenza linguistica, perché anche i più lenti si lanciano in lunghi racconti, senza preoccuparsi troppo dell'ortografia o della punteggiatura. Sanno che vi si rimedierà dopo, al momento della messa a punto o correzione. Infatti ho sempre suggerito di buttare giù una prima stesura, senza preoccuparsi troppo dell'ortografia o della punteggiatura. Perché il momento della invenzione ha bisogno di correre, la fantasia va tradotta sulla carta in fretta, prima che se ne fugga o perda colore. Dopo ci si torna sopra, ognuno fa una prima autocorrezione, qualcuno ricorre alla collaborazione di un compagno o compagna e da ultimo, al momento della scelta per la pubblicazione sul giornalino, c'è l'insegnante che, a tu per tu o insieme alla classe, dirige la messa a punto finale.
Senza Paura Prima elementare., pag. 5 (Monica, Fabio Rossella) |
Debbo raccontare che il ragazzo dislessico ha scritto favole lunghissime e interessanti, che mi hanno costretta a lunghi colloqui interpretativi, perché la maggioranza delle sue parole erano incomprensibili, con tutte quelle pi scritte come bi quelle effe scritte come elle e tanto altro. Con i miei “leggilo o dimmelo a voce” alla fine anche le sue favole, frutto di una vivace intelligenza e spirito di osservazione, potevano diventare intellegibili anche per gli altri e degne del giusto apprezzamento dalle pagine del giornalino.
Non vi dirò il nome dello scolaro dislessico, ma sappiate che tra le favole più articolate e interessanti ci sono le sue.
Se con le favole i ragazzi imparano ad usare la scrittura, con le favole svelano anche psicologia, drammi e condizionamenti. Uno psicologo o uno strizza cervelli vi avrebbe tratto precisi profili di personalità. A me insegnante, non esperta di queste arti così impalpabili, le favole dei ragazzi mi hanno aiutato a capirli meglio, e perciò a precisare e correggere il mio percorso di lavoro tendente alla formazione delle loro abilità e competenze.
Da N. Speciale “Favole” pag. 29 (L'albero, la lepre il grillo Barbara Franco Sabrina Liliana) pag. 27 ( la papera... Miciobello – Franco Liliana) Pag. 32 - (Stefano Sabrina sogni da grandi)
Si vedrà che per alcune favole mi sono
servita dei suggerimenti di Rodari. Quando i ragazzi volevano buttarsi a
inventare ma erano alla ricerca di uno spunto, ho offerto i famosi bigliettini con i
personaggi, cioè animali, piante o luoghi, che sorteggiati o scelti
dovevano essere inseriti nella storia. Lì la fantasia ha dovuto seguire delle
tracce obbligate. Ne sono uscite scenette surreali a volte gustose e sempre
gratificanti per gli autori.
Da Senza paura n.6 classe quarta, pag.70 (Massimiliano, Stefania, Alessandro). Pag. 74 (scrivere a macchina Stefania e due filastrocche di Barbara e Eleonora)
Da Letterona n 1 aprile 1982, pag.25 (Stefano e Francesco a dialogo scenetta) pag.26 (Marco e Romina) pag. 27 (Marco e Simona); pag. 30 (Fabrizio e Nicoletta), pag. 32 (Marianna e Fabio)